Tra Italia e Slovenia
Pensate che qui vogliono mettere il muro, è una follia!

Pensate che qui vogliono mettere il muro, è una follia!
Eppure … Carola Rakete
Vale sicuramente poco, ma a Carola Rackete, la capitana tedesca della Sea Watch che, dopo 17 giorni in mare, ha fatto attraccare al molo commerciale di Lampedusa ed è stata arrestata dai finanzieri, mentre una folla di lampedusani la applaudiva, va non soltanto tutta la mia solidarietà , ma anche l’ammirazione.
Le imputazioni, da quanto è dato di sapere, saranno di due tipi: la prima è di “resistenza o violenza contro nave da guerra”, un reato che prevede una pena da tre a dieci anni. La seconda è quella di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Da più parti la figura di Carola Rackete è stata accostata a quella di Antigone che purtroppo mi trovo a citare troppo spesso: la protagonista della tragedia di Sofocle che, davanti al diniego regale di lasciar seppellire un suo fratello, si ribella, si lascia arrestare e poi, davanti al sovrano sostiene con fierezza che le leggi del re sono importanti, ma che nessuna legge di re può essere superiore alle leggi degli dei e della coscienza; e che a quelle bisogna obbedire. E va serenamente incontro alla condanna sostenendo con forza che è giusto disobbedire a una legge sbagliata, anche a costo di perdere la vita.
Assolutamente lontana da me l’idea di paragonare Salvini a un re, anche se lui e i suoi complici di governo e di voto stanno gongolando, ma è certo che davanti a entrambe le motivazioni dell’arresto occorre fare qualche riflessione.
Per prima cosa il mancato rispetto dell’alt. Era da 36 ore che la comandante aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane hanno bellamente ignorato. Uno stato di necessità legato alla condizione psicofisica in caduta libera dei 40 migranti ancora a bordo dopo che uno di loro, accompagnato da un suo parente undicenne, era stato fatto sbarcare per le gravi condizioni di salute. Stato di necessità è anche e soprattutto l’obbligo di salvaguardare la vita dei propri passeggeri ricordando anche che se uno di loro fosse morto, la responsabilità sarebbe inevitabilmente caduta proprio su Carola Rackete e non su Matteo Salvini.
Seconda cosa l’immigrazione clandestina. Non di immigrazione si tratta, ma di salvataggio in mare e di rispetto delle convenzioni internazionali che prevedono che i naufraghi siano portati nel più vicino “porto sicuro”. E ormai soltanto il ministro degli Inferni (non è un errore di battuta) continua a ritenere che la Libia possa essere un porto sicuro. Sul concetto di “clandestino”, poi, ci si chiede cosa possa esserci di clandestino in uno sbarco avvenuto sotto la stretta vigilanza di forze dell’ordine di televisioni, giornali, uomini politici e gente comune che di questo “sbarco clandestino” sentono parlare e vedono immagini da più di due settimane.
Carola Rackete, però, finirà per essere ancora più emblematica di Antigone, perché sicuramente la sua vicenda porterà davanti alla Corte Costituzionale i famigerati “Decreti sicurezza” del ministro degli Inferni che, evidentemente, della Costituzione italiana ignora molto: sicuramente l’articolo 10. E, quindi, finirà per far cominciare una discussione, finalmente seria e non basata soltanto su mutevoli rapporti di potere, sui decreti voluti da Salvini e anche sulla legge Bossi Fini che è la madre di tutte queste storture e che il centrosinistra, quando poteva farlo, non ha mai voluto davvero cambiare, in quell’ansia di raccattare voti anche in settori della popolazione che mai le erano stati vicini e che mai avrebbero continuato a votarla a meno che non fosse diventata un centrodestra vero e proprio in ogni settore sociale.
Per finire merita ricordare cos’ha detto l’ex senatrice della Lega Angela Maraventano che ha urlato all’equipaggio della Sea Watch: «Questa è la mia isola e voi la state invadendo. L’Italia questa sera è stata violentata». Certo che sentir parlare di un’Italia violentata da chi è in un partito che opera questa pratica quotidianamente contro i diritti, fa capire bene non soltanto le colpe di Salvini e del suo connivente Di Maio, ma anche di tutti coloro che continuano a bisticciare tra loro invece di unirsi temporaneamente per far finire al più presto questa maledetta notte che stiamo attraversando.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
NOTA:
Oggi ho pubblicato due articoli accompagnati da altro, ringraziando la filosofa Michela Marzano e il giornalista Gad Lerner per aver proposto due scritti razionali, competenti e umani. Poiché non riesco a vincere il vizio di capire continuo a farmi del male leggendo e ascoltando rumorosi imbecilli.
Poi ogni tanto ci sono scoperte che fanno piacere. Così l’invio di Gianpaolo Carbonetto che pubblico subito e poi girerò ad altri se lo vorranno leggere.
http://diariealtro.it/?p=6694 il blog di Augusta mia prof
Quella del confine orientale è zona con migliaia di passaggi quotidiani tra Italia, Slovenia e Croazia, per variegate ragioni. Certo, la Croazia ancora non è nello spazio Schengen, ma Italia e Slovenia lo sono. E il rischio che si possa ritornare al ripristino dei vecchi confini, c’è. Si rischia l’estate del ritorno. Ritorno delle vecchie barriere? Del vecchio, alt, ha qualcosa da dichiarare? Ritorneranno i vecchi pass? Una roba del genere sarebbe catastrofica, per tutti.
C’è chi parla di provocazione, il cui scopo era solo quello di attirare l’attenzione e sollevare risposte da parte dell’Europa, Europa che pare ignorare quello che accade dalle parti del confine orientale. Ma siamo certi che invece non ci sia la reale intenzione di volerlo chiudere il confine orientale? Per un territorio che oramai si è abituato a mescolarsi, alla condivisione, a far parte della casa comune dell’Europa unita.
Ed il tutto mentre migliaia di italiani e sloveni vivono anche il pendolarismo verso le rispettive due nazioni. Un passo indietro clamoroso anche se in armonia con quel nazionalismo dannunziano che ritorna con forza. E perchĂ©? Per il leggero incremento di arrivo di migranti verso la mini rotta balcanica? Se tutta l’attenzione dei media si è focalizzata sulla questione porti, effettivamente a livello nazionale si è un pò dimenticata questa zona d’Italia, dove ad ondate si registrano arrivi consistenti o spiccioli. Ma non c’è nessuna emergenza. Non siamo ai numeri storici di quando c’era la rotta balcanica che comunque ha sfiorato la nostra regione, non l’ha mai interessata pienamente come accadeva per altre nazioni. Una regione dove una percentuale irrisoria di migranti, per come gestita la situazione, con una incidenza rispetto alla popolazione residente, da 0, è bastata per pretendere la fortezza FVG. Ed ecco le urla della politica che vuole probabilmente la morte dell’Europa senza confini e frontiere interne. Dalle barriere, che in modo ridicolo giĂ erano state poste con fili spinati taglienti made in Polonia tra Slovenia e Croazia alla piĂą impattante sospensione dell’area Schenghen. GiĂ adottata a dire il vero da altre realtĂ europee.
Dalla militarizzazione del territorio, alla videosorveglianza, palliativi che non condurranno da nessuna parte se non a riportare il Paese cent’anni indietro. La politica dei muri non è mai stata una soluzione nella storia dell’umanitĂ , ma un problema nel problema. Certo, che poi fare questi annunci in piena stagione estiva, è un meraviglioso capolavoro politico vista che gran parte di questa fetta territoriale vive soprattutto di turismo stagionale.
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Verrà inaugurata oggi pomeriggio la prima mostra di un artista sloveno nei Musei Vaticani. L’onore è spettato all’architetto Jože Plečnik (1872-1957), di cui saranno presentati 33 oggetti liturgici (una selezione molto accurata di calici, ostensori, cibori, custodie sacramentali) ed un video che illustrerà l’architettura religiosa di Plečnik e le sue opere monumentali. L’esposizione “Plečnik e il sacro” è opera dei Musei e Gallerie della Città di Lubiana, in collaborazione con l’Ambasciata slovena presso il Vaticano e con il sostegno dei Musei Vaticani, del Ministero sloveno per la cultura e dell’Arcidiocesi di Lubiana. All’inaugurazione sarà presente anche il premier Šarec che sarà anche ricevuto da Papa Francesco.
La mostra sarĂ visitabile a Roma fino al 7 settembre.
https://wordpress.com/read/blogs/113812700/posts/11374
Jože Plečnik (Lubiana, 23 gennaio 1872 – Lubiana, 7 gennaio 1957) è stato un architetto sloveno.
Allievo di Otto Wagner a Vienna e poi suo collaboratore, aderì insieme a lui alla secessione: fu attivo in patria, in Austria, a Praga (dove lavorò per il castello e realizzò la chiesa del Sacro Cuore) e a Belgrado, dove costruì la chiesa di Sant’Antonio di Padova. A partire dal 1921 fu professore di architettura a Lubiana e progettò numerosi edifici e monumenti per la sua cittĂ (tra cui il cimitero di Ĺ˝ale).
Il suo progetto per il palazzo del parlamento sloveno (la Cattedrale della libertĂ ), mai realizzato, compare sulla moneta da 10 centesimi di euroslovena.
Dopo la seconda guerra mondiale PleÄŤnik cadde in disgrazia nella Jugoslavia comunista, poichĂ© il suo attaccamento all’architettura classica e il suo profondo cattolicesimo erano visti con sospetto. Il suo ruolo di insegnante all’universitĂ fu gradualmente ostacolato e ricevette minori commesse, sebbene riuscisse a completare piccoli monumenti, fontane e restauri di chiese anche negli anni 1950. Alla sua morte ebbe comunque i funerali di stato a Ĺ˝ale.
Progettò la residenza estiva di Tito, nelle Isole Brioni.
L’opera di PleÄŤnik, caratterizzata da forme iconiche e classiche usate però in modo sorprendente e originale, fu per lo piĂą dimenticata negli anni sessanta e settanta. Un nuovo interesse si ebbe a partire dagli anni ottanta e novanta, quando il postmodernismo portò ad una rivalutazione delle forme classiche in architettura.
In una giornata bollente come quella che ci aspetta ci vuole un buon bagno fresco!
LA “BOTTEGA” RICEVE (da Nino Lisi) E CONDIVIDE
I profughi sbarcheranno, la comandante Carola Rackete (che donna!) probabilmente sarà arrestata insieme all’equipaggio della Sea Watch 3, multata di una cifra enorme!
Esponiamo alle nostre finestre un pezzo di coperta termica o un drappo giallo – è il simbolo della Campagna ACCOGLIAMO – e restiamo vigili per dare la nostra solidarietà – nelle forme che si riveleranno opportune – a chi pensa che salvare dei naufraghi sia un dovere elementare e che a “dove sistemarli” ci si pensa dopo (non prima) di averli salvati.
Di fronte a chi dice e pensa «prima gli italiani» a me viene in mente Simone, il quindicenne di Torre Maura, per gridare con lui «Nun me va che no!».
Nino
LA “BOTTEGA” ADERISCE E INVITA A FAR GIRARE QUESTO APPELLO ALLA SOLIDARIETA’ IMMEDIATA
La vignetta è di Mauro Biani
http://www.labottegadelbarbieri.org/la-nave-dei-profughi-entra-a-lampedusa/#comment-121758
Goletta verde promuove il mare del Fvg, ma sulle coste italiane quasi tre reati ogni chilometro
Per il sesto anno consecutivo è stato giudicato fortemente inquinato il prelievo effettuato alla foce del canale di via Battisti a Muggia. Un punto che si conferma “malato cronico”, emblema della mala depurazione ancora presente anche in regione. Si tratta, però, dell’unico dei nove campionamenti realizzati da Goletta Verde lungo le coste del Friuli-Venezia in cui gli inquinanti hanno superato il limite previsto dalla legge
Figli senza vaccinazione: coppia friulana non potrĂ piĂą occuparsi della loro educazione
La loro battaglia contro l’obbligo vaccinale è giunta a un epilogo. Per un periodo transitorio non avranno più il potere di scelta, nè per la cura, né per l’educazione di due figli minori che, comunque, restano loro affidate. Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Trieste notificando a una mamma e un papà della Bassa friulana il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale
Gufi,cavalli e linci