Le favole rappresentano uno degli elementi che accomunano culturalmente il popolo friulano.
La gente, nei secoli passati, ma anche nei momenti di difficoltà (esemplare è stato il periodo post-terremoto del 1976) ritrova il senso della comunità rimettendo insieme i ricordi e le tradizioni, e quindi anche i racconti che i vecchi hanno tramandato oralmente.
La posizione geografica della Regione, al confine con l’Austria e la Slovenia, ha storicamente posto il Friuli in condizione sia di subire innumerevoli invasioni straniere, sia di porre al popolo friulano condizioni favorevoli per emigrare negli stati limitrofi, anche stagionalmente. Ogni popolo, nel suo passaggio sul territorio friulano, ha lasciato tracce di culture diverse che si ritrovano anche nelle fiabe. In particolare molte favole friulane riecheggiano le più famose fiabe della tradizione germanica e nordica.
L’universo delineato dalla fantasia friulana è molto variegato, intimamente connesso alla realtà geografica, quindi legato alla terra, ai monti e alle grotte, fino al mare.
Protagonisti
I protagonisti sono gli animali, gli esseri mitici (gnomi, folletti, agane; orchi).
Un filone appartiene alle fiabe religiose, per lo più legate al tema dell’aldilà. Protagonisti ricorrenti sono il Signore e San Pietro.
Le fiabe storiche nascono da luoghi e personaggi storici, tra queste spiccano quelle dedicate ad Attila, che alla testa degli Unni calò sulla pianura friulana e distrusse Aquileia.
Esiste anche un filone di racconti satirici, per lo più utilizzati in occasioni propizie alla narrazione di storie allegre, alcune legate alla vita paesana e ai personaggi ridicoli che la popolano. Nei racconti della pianura, è ricorrente la ridicolizzazione dei carnici, che con semplicità e ingenuità scendono a valle dalle montagne e hanno difficoltà a districarsi nella vita della “più evoluta” pianura.
Raccolte
Le favole friulane vengono raccontate in forme diverse a seconda del territorio da cui provengono ed inoltre ciascun territorio ha le proprie specificità. Le fiabe di animali sono particolarmente diffuse nella val Resia, mentre nel resto del territorio sono scarse.
La narrativa popolare friulana è prevalentemente legata alla tradizione orale, tuttavia nel tempo, vari raccoglitori di fiabe hanno contribuito a far conoscere le fiabe friulane.
Caterina Percoto fu la prima raccoglitrice e rielaboratrice della narrativa popolare friulana e pubblicò nel 1863 Racconti, una raccolta di favole friulane.
Dolfo Zorzut tra il 1924 e il 1927 pubblicò per la Società filologica friulana Sot la nape..(I racconti del popolo friulano).
Italo Calvino nel 1956 pubblicò una storica raccolta di 200 fiabe popolari, le Fiabe italiane, che includono alcuni racconti della tradizione friulana….
https://www.wikiwand.com/it/Favole_friulane
1 – Lis aganis cui pîts di dindie
Gno barbe al contave (chê volte si contave tant tes stalis, no?) che di gnot si riscjave di cjatâ chistis fèminis, lis aganis, che de vite in sù e’ erin compagnis di noâtris e de vite in jù e’ èrin strambis parcech’e vèvin i pîts di dindie, che si vedèvin sot des còtulis. E’ erin bielis fèminis vistudis simpri a blanc, chistis aganis, e lis vedèvin cualchi volte ch’e balàvin tra di lôr di gnot. Cualchi volte e’ vignìvin a curiosâ dongje des stalis, là ch’e stave le int di sere. BURI
Le fate dai piedi di tacchina
Raccontava mio zio (a quei tempi si raccontava molto nelle stalle) che di notte si correva il rischio d’incontrare delle donne, le fate dell’acqua, che dalla vita in sù erano simili a noi e dalla vita in giù erano molto strane perché avevano i piedi di tacchina, che si scorgevano al di sotto delle gonne. Erano delle belle donne, sempre vestite di bianco, queste fate, e qualche volta si vedevano ballare di notte fra di loro. Talvolta venivano a curiosare vicino alle stalle, dove la gente si radunava di sera. BUTTRIO
2 – Lis aganis cu lis talpis di ôcje
Chisc’ contadins di une volte e’ jevàvin a une, a dôs par lâ a vôre. I nestris, par esempli, e’ vèvin sedis cjamps di prât là ch’e jé cumò le polvariere; e’ lèvin-jù a pît… trê oris di viaç. E’ contàvin che une volte un zòvin al ere stât a balâ. Cuanche ‘l é vignût cjase tart, e’ èrin za lâts-vìe ducj, chei di cjase. Alore, no?, pôre di sintîlis di so pari, al si é gambiât a le svelte e ‘l partìs cul falçut a pît, a dute gnot. Dopo un pôc al passe tal paîs ca dongje – Solescjan, mi pâr – e ‘l viôt ch’e balàvin te place. Ma chel che ‘l ere strani al ere ch’e èrin nome fantatis ch’e balàvin, bielis fantatis dutis vistudis a blanc. – Orpo! – ‘l à dite lui – Viôt ca ce furtune! -. Al cjape ‘l falçut e lu poe cuintri un mûr e ‘l va a balâ cun chistis fantatis. E cussì al varà balât une miez’ore, fin quanche al cjale par cumbinazion par tiare, e no ti viòdial ch’e èrin lis aganis chês fantatis! E’ vèvin dutis lis talpis di ôcje. Chel fantat al à cjapade tante di chê pôre! Robis che nol mueri! Chistis robis e’ sucedèvin prime dal Concili di Trent. Dopo no si à plui vidût… CJAMINET
Le fate dalle zampe d’oca
I contadini di un tempo si alzavano all’una, alle due del mattino per andare al lavoro. Quelli della nostra famiglia, ad esempio, possedevano sedici campi a prato dove ora c’è la polveriera; e vi andavano a piedi… tre ore di cammino. Si diceva che una volta un giovane era andato a ballare. Rincasò tardi, quando i familiari se n’erano già tutti andati. Allora, per timore dei rimproveri del padre, si cambiò in fretta e partì a piedi, con la falce, a notte fonda. Dopo un tratto, attraversa un paese dei dintorni – Soleschiano, credo – e vede che stavano ballando nella piazza. Ma la cosa strana era che stavano ballando solo delle ragazze. Belle giovani, tutte vestite di bianco. – Perbacco! – disse – Guarda un po’ che colpo di fortuna! Appoggia la falce ad un muro e va a ballare con le ragazze. Ballava da una mezz’ora, quando casualmente guardò in basso e si accorse che quelle ragazze erano delle fate dell’acqua. Avevano tutte le zampe d’oca. Il giovanotto si prese un tale spavento da restarci quasi secco. Queste cose avvenivano prima del Concilio di Trento. Poi non se ne è saputo più nulla… CAMINETTO
da https://www.natisone.it/0_store/furlanis/miti/cividat_1.htm
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